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Rinedda, Gennaro Sorrentinoè nato a Pozzuoli, Napoli, nel 1974.
è diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Dal1992 lavora come artista e visual designer realizzando campagne di comunicazioneper enti statali e privati, vinto concorsi di arte visiva ed esposto incollettive e personali in Italia e all’estero.

Partecipa,nel ‘96, come attore attivo, alla 96^ azione Pentecoste di Hermann Nitsch curatada Giuseppe Morra (Galleria Morra). Èvincitore del premio Ferrari 2000 personalizzando, per le prestigiose cantine deif.lli Lunelli, l’etichetta per l’anno 2000.

Dal2001 e 2003 progetta spazi ludici e realizza campagne per il Museo Vivo di Città della Scienza. È vincitore nel 2006 del concorsobandito per l’evento culturale IlCastello Svelato per conto del MiBAC (Ministeroper i Beni e le Attività Culturali, direzione Regionale per i Beni Culturali ePaesaggistici della Campania). Per tre anni consecutivi, a partire dal 2007, viene selezionatoper il premio Good50x70 International Social Communication PosterExhibition esponendo alla Triennaledi Milano e al Istanbul Design Week.

Curae progetta, per 4 edizioni, il format grafico del catalogo della mostra UN.IT, Unesco Italia, I SitiPatrimonio Mondiale nell’opera di 14 fotografi, esposta per la prima voltaalla Biblioteca Nazione Centrale di Roma nel marzo 2008; sempre nel 2008 riceve una menzione speciale per il premio Top Applications Award 2008.

Nel 2010è vincitore del premio Nero di Scena ARTDiscronie esponendo, al Museo Archeologico Nazionale di Napolie al PAN Palazzo delle Arti Napoli, una installazione video dal titolo Silent. Ha vissuto dal 2011 agli inizidel 2013 la scena artistica underground berlinese esponendo presso la Cell63 Gallery curata da Luisa Catucci.

Vivee lavora tra Napoli e...



Non ha passato infinitipomeriggi nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Napoli come tantitalentuosi allievi, non ha percorso in circolo i corridoi al passo deimaestri. Non ha concesso che glidicessero fai così, oggi va questo... neppure veste di nero, come è d’obbligo tra i giovani artisti, specie sepittori. Nulla di male, intendiamoci, ma Rino, Rinedda, è altra cosa. Seguesicuro un’invisibile traccia olfattiva; un sibilo, un suono, qualcosa che luisolo sente o percepisce. Forse ha un dio tutto suo, prodigo di energiacreativa, che gli guida la mente e la mano. Quel dio si appaga ogni volta checontempla il frutto della sua opera.

Gaetano Gravina
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